Loki
Loki, nella mitologia norrena era il dio della grande astuzia, ingegnoso inventore di tecniche e diabolico ingannatore.
Era una figura ambivalente nel Pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor (e spesso gli dei si cavano d'impaccio grazie alla sua grande astuzia), in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore attaccabrighe maligno, temibile e camaleontico.
Caratterizzato da una sessualità indefinibile, si è dimostrato ingordo e insaziabile, riuscendo nell'impresa di partorire il cavallo Sleipnir, che diverrà il destriero cavalcato da Odino, ma soprattutto tre mostri, quali Hel, Fenrir e Miðgarðsormr, dopo aver ingerito, colto da un raptus, il cuore, caldo e fumante, dell'orchessa prostituta Angrboða, appena bruciata dalle fiamme, dopo la condanna subita per eccesso di perversione.
Hel diviene la "signora degli inferi", guardiana del regno dei morti; il lupo Fenmir assurge al ruolo di pericolo pubblico, al punto che le divinità decideranno di incatenarlo; il serpente Miðgarðsormr, giace in fondo all'oceano, ma a forza di crescere, le sue spire avvolgono la terra.
È lui a causare la morte di Baldr, e per questo delitto gli Æsir lo conducono in una grotta del Niflheimr; qui trasformano suo figlio Váli in lupo e lo spingono a divorare il fratello Narvi e con le budella di quest ultimo incatenano Loki a tre pietre appuntite. Un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno sopra il suo volto, e lo brucerebbe se Sigyn (sua moglie, il cui nome significa fedele) non raccogliesse le gocce in un bacile. Ma quando il bacile è pieno e Sigyn si allontana per svuotarlo, il liquido di fuoco del veleno fa urlare e scattare Loki, i cui sussulti violenti producono i terremoti. Alla fine del tempo si libererà per prendere parte al Ragnarök, nel quale morirà sconfitto in duello dal dio Heimdallr.
Loki è la figura centrale del poema chiamato Lokasenna , che fa parte dell'Edda poetica. In questa opera gli dèi tengono una festa a casa di Barley ("malto"). Loki, dapprima invitato alla festa viene scacciato per i suoi modi fastidiosi. Rientrato in un secondo momento nelle sale del banchetto, si scontra in un serrato scambio di insulti con tutti gli dèi presenti, ai quali vengono rinfacciati i propri vizi dal dio ingannatore. Ultimo scontro è tra il dio Loki e il dio Thor, il quale prevale con la forza bruta, mettendolo in fuga.
Raggiunto dagli Æsir, Loki viene giudicato per la morte di Baldr.
Era una figura ambivalente nel Pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor (e spesso gli dei si cavano d'impaccio grazie alla sua grande astuzia), in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore attaccabrighe maligno, temibile e camaleontico.
Caratterizzato da una sessualità indefinibile, si è dimostrato ingordo e insaziabile, riuscendo nell'impresa di partorire il cavallo Sleipnir, che diverrà il destriero cavalcato da Odino, ma soprattutto tre mostri, quali Hel, Fenrir e Miðgarðsormr, dopo aver ingerito, colto da un raptus, il cuore, caldo e fumante, dell'orchessa prostituta Angrboða, appena bruciata dalle fiamme, dopo la condanna subita per eccesso di perversione.
Hel diviene la "signora degli inferi", guardiana del regno dei morti; il lupo Fenmir assurge al ruolo di pericolo pubblico, al punto che le divinità decideranno di incatenarlo; il serpente Miðgarðsormr, giace in fondo all'oceano, ma a forza di crescere, le sue spire avvolgono la terra.
È lui a causare la morte di Baldr, e per questo delitto gli Æsir lo conducono in una grotta del Niflheimr; qui trasformano suo figlio Váli in lupo e lo spingono a divorare il fratello Narvi e con le budella di quest ultimo incatenano Loki a tre pietre appuntite. Un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno sopra il suo volto, e lo brucerebbe se Sigyn (sua moglie, il cui nome significa fedele) non raccogliesse le gocce in un bacile. Ma quando il bacile è pieno e Sigyn si allontana per svuotarlo, il liquido di fuoco del veleno fa urlare e scattare Loki, i cui sussulti violenti producono i terremoti. Alla fine del tempo si libererà per prendere parte al Ragnarök, nel quale morirà sconfitto in duello dal dio Heimdallr.
Loki è la figura centrale del poema chiamato Lokasenna , che fa parte dell'Edda poetica. In questa opera gli dèi tengono una festa a casa di Barley ("malto"). Loki, dapprima invitato alla festa viene scacciato per i suoi modi fastidiosi. Rientrato in un secondo momento nelle sale del banchetto, si scontra in un serrato scambio di insulti con tutti gli dèi presenti, ai quali vengono rinfacciati i propri vizi dal dio ingannatore. Ultimo scontro è tra il dio Loki e il dio Thor, il quale prevale con la forza bruta, mettendolo in fuga.
Raggiunto dagli Æsir, Loki viene giudicato per la morte di Baldr.